Tamalà in concerto al Nobel '26.
Al Nobel'26 ritmi, canti e atmosfere ancestrali dell’Africa nera con i TAMALA' in concerto.
Andrea Cabras suona il djembe; Luca Deriu il dounounbà e il sagban alto; Fabio Coronas il sangban basso; Carlo Sezzi i kenkenì.
La formazione ricalca il modello delle piccole orchestre di percussioni tradizionali dell’Africa Occidentale, in particolare di quelle della Guinea Conakry. Gli strumenti utilizzati sono tradizionali dell’etnia Malinké diffusa in Senegal, Burkina Faso, Guinea, Mali. TAMALA’, in malinkè significa viaggiatore, ed è proprio nello spirito del gruppo proporre all'ascoltatore un viaggio ideale nelle regioni e nelle atmosfere ancestrali dell’Africa nera, con l’esecuzione di ritmi e canti ipnotici la cui composizione si perde nel susseguirsi delle generazioni che nel passato hanno interpretato questa musica. Una parte del concerto è tuttavia orientata alla sperimentazione artistica, con ritmi e canti originali composti ed arrangiati da Andrea Cabras, dove alle strutture antiche della musica Malinké in modo nuovo, le poliritmie antiche divengono contemporanee evolvendo in ritmi mai ascoltati prima. Vivere la tradizione di questi tamburi è lo spirito di TAMALA’ e questo non significa abbandonare la curiosità verso nuove composizioni studiate apposta per esaltare il groove del gruppo, o la dimensione orizzontale della musica, con break, stacchi ed unisoni composti appositamente per il concerto. La prima parte del concerto, è dedicata ai grandi maestri mandinghi del djembe. Grandi nomi della percussione internazionale come Mamady Keita, Famoudou Konatè, Koungbana Condè, vengono interpretati con brani divenuti la storia moderna del linguaggio dello strumento. La seconda parte invece è composta da poliritmie originali, nuovi ritmi proposti al movimento Afro internazionale come traguardi nella ricerca sulla teoria del ritmo e del linguaggio dello strumento. Il concerto è dedicato al percussionista senegalese Mamadou Diouf, primo incontro con il djembe tradizionale e ispirazione di molte composizioni originali di Andrea Cabras, tra cui l’omonimo brano in quattro parti composto per l’occasione. Mamadou Diouf, prematuramente scomparso viene ricordato con un brano ispirato alla sua musica, che dà il titolo all'intero lavoro del gruppo.
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ExMè | Nobel '26
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